Secondo gli scienziati, invece, i ridimensionati nel desiderio sarebbero il prodotto dell’incrocio, avvenuto in un momento imprecisato, tra due diverse classi sociali che, dopo molti anni di lotte e probabilmente a causa di trasformazioni ambientali dovute al disgelo o alla caduta di un meteorite, si sarebbero per necessità mescolate, segnando il definitivo tramonto delle classi e la nascita, appunto, dei ridimensionati, noti anche con il nome di cittadini.
Sul territorio regionale, i cittadini rappresentano ormai la maggioranza, non del tutto silenziosa ma discreta, versata nel commento borbottato e nel parlottìo, maggioranza soprattutto di seniores, di quella generazione che non ha storie e cicatrici di guerra, solo l’orgoglio ferito di chi credeva ci si potesse arricchire esponenzialmente e si è dovuto dolorosamente ricredere e ritirare nel proprio risentimento di ridimensionato.
Il fondo borbottante del cittadino/ridimensionato consiste essenzialmente, come si diceva, nel suo dolore economico. Con tale comune denominatore biologico, la filogenesi dei ridimensionati prevede una ramificazione in due sottogruppi che si spartiscono il territorio e le sue limitate risorse nel segno di una ridottissima biodiversità.
Anzitutto, vi sono i ridimensionati-nella-patria (ma la definizione è provvisoria, funziona e non funziona; ci sto riflettendo): discendenza depotenziata della borghesia storica, attualmente tifosi del centro-destra, hanno una filiazione sovranista di colore confuso che rappresenta, comunque, un’ottimo esempio dei tempi che (non) corrono. Vorrebbero essere la pancia del paese; a malapena ne possono interpretare l’ultimo tratto. Vorrebbero essere fascisti e razzisti (c’è pure il sottotipo stalinista, vedi supra): ma tale radicalità gli è impedita quotidianamente dalle necessità del mercato. L’analisi del materiale genetico rivela tracce di MSI, di DC, qualche maoista e pure qualche PCI. Sono nostalgici delle gerarchie e della conservazione, amano il capo: se potessero infrangere ogni tabù e ascoltare la vocazione profonda del proprio desiderio, voterebbero monarchico.
Dall’altra parte ci sono i ridimensionati-nello-spirito: reduci comunisti, tifosi occasionali della rivoluzione, prima talentuosi dribblatori di rischi civili e penali, poi apostati del socialismo e fabbricanti di solide carriere di provincia. L’analisi del materiale genetico permette di individuare sequenze variegate, riferibili a Lotta Continua, ai movimenti, a vari gruppi maoisti, al PCI ma pure alla DC, ai Radicali, a Comunione e Liberazione et al. Adeguatamente colti (mediamente il ridimensionato nello spirito possiede un migliaio di libri in casa e non vogliamo essere così antipatici da definirli d’arredamento, perché siamo certi che il ridimensionato abbia avuto la voglia e il tempo di leggerli, ma siamo costretti a dire, per onestà intellettuale, che si tratta perlopiù di libri brutti) e informati quanto basta a sostenere conversazioni se non da cena – come d’uopo per la borghesia storica – quantomeno da aperitivo, i ridimensionati nello spirito sono ambientalisti e possiedono cani di cui sogliono vantare tratti d’umanità ben superiori agli “esseri umani” con l’argomentazione tipica che i cani non hanno mai costruito campi di concentramento per altri cani (salvo poi scoprire che anche Fuffy è un testa di cazzo). Quando dicono “esseri umani” si riferiscono chiaramente ai ridimensionati-nella-patria, i quali, d’altra parte, amano pure loro moltissimo i cani, e anche i gatti, e li ritengono di gran lunga più leali ed affidabili del resto di tutta l’umanità (si tratta forse di una memoria genetica dell’8 settembre), di cui, coerentemente, si sforzano di disinteressarsi, soprattutto se non sono connazionali. Atteggiamento di cui i ridimensionati nello spirito non mancano di sanzionare la disumana immoralità, preferendo (comunque e, appunto, perciò) i cani ad essi.
Va detto che i ridimensionati-nello-spirito, con quel poco di cultura residuale, mostrano di possedere piena consapevolezza di essere ridimensionati e di tale ridimensionamento hanno saputo fare un restyling almeno parzialmente accattivante: con il look di poveri di spirito, essendo divenuti mistici, o di amanti delle cose semplici, oltreché, come si diceva, paladini della fauna e della flora (un oleandro fabbricherebbe mai una bomba atomica?). E in ragione di un ambientalismo tutto sentimentale che rappresenta l’illusione dell’impegno politico e di una stabile benché aggiornata collocazione a sinistra, i ridimensionati nello spirito snobbano la modernità nella convinzione che ciò preservi una qualche supposta verginità ecologica al territorio. Più recentemente, e con qualche difficoltà in più, si sono dedicata alla strenua difesa dei diritti civili (e infatti i più eclettici ed avanzati riescono ad essere amici di piante, cani e omosessuali).
Dall’alto di questa eccellenza morale, che li rende l’aristocrazia illuminata del regime democratico, essi guardano all’identità collettiva in Regione con la condiscendenza con cui si trattano ancora le femmine di famiglia da queste parti (emancipate ma mai troppo e su cui continua ad esercitarsi una potestà premurosa e anche crudele, come una forma di tutela su un soggetto non perfettamente in grado d’intendere e di volere, la cui purezza si preserva in ottemperanza ad un solo parzialmente aggiornato mos maiorum). Ed in quanto aristocrazia essi ritengono perfettamente lecito detenere certi antichi privilegi, ridimensionati ma pur sempre privilegi, ed è solo in nome di questi ch’essi combattono strenuamente per la tenuta democratica del Paese, perché è nella retorica di questo regime che hanno trovato la lingua adatta per risciacquare il loro vocabolario fallimentare. I ridimensionati nello spirito sono anche convinti europeisti e per dimostrarlo mandano i figli in erasmus o in interrail.