C’era una volta a Nicomedia, sotto l’imperatore Massimiano, una fanciulla meravigliosa di nome Barbara, assai amata da suo padre Dioscoro.
Egli l’amava così tanto per la sua bellezza, che la fece rinchiudere in una torre con una stanza da bagno e due finestre. Morbosità incestuosa a go go e inizio della storia niente male. Poi il padre partì e la figlia ne approfittò per fargliene di ogni. Quando tornò, Barbara aveva maturato seri dubbi sull’esistenza degli dei pagani, conosciuto Origene di Alessandria (ma non sappiamo se prima o dopo che questi si evirasse), si era convertita al cristianesimo, si era autobatezzata nella piscina della torre e aveva fatto costruire una terza finestra che rappresentava il compimento della sua illuminazione interiore e della grazia trinitaria. Una volta tornato, il padre la prese piuttosto male per tutto, anche e non poco per le modifiche architettoniche, e cercò di ucciderla. Barbara riuscì miracolosamente a fuggire. Arrestata e consegnata al governatore Marciano, subì i castighi tipicamente snuff da Legenda Aurea.
E allora, in ordine: fu denudata e le sue carni strappate a frustate con nervi taurini (sic!); il giorno dopo i suoi “bei fianchi” furono tormentati da torce ardenti e la sua bella testolina colpita da un martello; le sue mammelle furono asportate; fu fatta girare nuda per la città e fu fatta flagellare.
Un angelo, conscio delle priorità, -e questo non lo si dice ironicamente: è chiaro che per Jacopo da Varazze (da cui si toglie questa storia e molto altro nel presente lavoro) il sesso sia una priorità assoluta – scese a coprire le sue nudità con una veste. Allora il padre, che evidentemente si riteneva unico titolare del diritto di coprire e scoprire la figlia oltre che di farla a pezzi, la trascinò su un monte e la decapitò. Il medesimo, discendendo dal monte, fu colpito da un fulmine e ci restò secco, nel senso che neppure le sue polveri furono ritrovate e la fanciulla si vendicò del padre-padrone e miscredente facendolo incenerire dalla Grazia di Dio.
Per un gusto del controsenso piuttosto insolente (questa è, a tutti gli effetti, una santa insolente), Barbara divenne la patrona di coloro i quali muoiono per accidenti improvvisi: minatori, pompieri, artiglieri, artificieri e tutti i poveri diavoli che rischiano quotidianamente di esplodere.
Con l’originale e impertinente dettaglio che, almeno nella sua storia, la Santa è l’innesco.
